Timothy Gallwey

INNER GAME NELLO SPORT E NEL BUSINESS COACHING

Due delle caratteristiche più importanti per un atleta che fa parte di un Team sportivo sono:

  • la consapevolezza del rapporto con sé stesso, delle proprie potenzialità e del proprio comportamento;
  • il saper migliorare questo rapporto “interno” e quello “esterno” con gli altri, l’allenatore e i compagni.

Sviluppare al meglio queste caratteristiche aiuta l’atleta e il Team a migliorare la prestazione e di conseguenza i risultati.

Secondo Timothy Gallwey, pedagogista di Harward, esperto giocatore e istruttore di tennis e inventore del Coaching, “l’avversario che si nasconde nella nostra mente è molto più forte di quello che troviamo dall’altra parte della rete.”

Chi è questo avversario? Tutti gli ostacoli mentali, che interferiscono con la nostra capacità di giocare al meglio e di utilizzare l’intero nostro potenziale.

Nell’intuizione di Gallwey, ogni match deve essere composto da:

  • 1 gioco esteriore, giocato in un campo “esterno”, con uno o più avversari “esterni”, dove si devono superare ostacoli “esterni”, per raggiungere un obiettivo “esterno”: vincere;
  • 1 gioco, interiore, che si svolge nella nostra mente, dove l’avversario siamo noi stessi, gli ostacoli sono il dubbio, la paura del giudizio degli altri, l’auto giudizio e l’insicurezza e l’obiettivo da raggiungere è una concentrazione rilassata.

Nello sport, quando il gioco interiore si attiva ma non riusciamo a gestirlo, consumiamo inutilmente una grande quantità di energie psico-fisiche, attivando emozioni come l’ansia, lo stress e la rabbia.

Il metodo dell’ Inner Game lavora dall’interno di ogni componente del Team, per ottenere un miglior risultato esterno di gruppo: il gioco interiore e quello esteriore si intrecciano e se gestiti al meglio portano l’individuo e l’intero Team a risultati di eccellenza.

Anche nel mondo del business esistono i due giochi, benché spesso ci si concentri quasi esclusivamente su quello “esteriore”: gli obiettivi di risultato. Aziende e professionisti che, al contrario, riescono a padroneggiarli entrambi, risultano vincenti. Quando si riesce a gestire l’intreccio tra i due giochi, aumenta la creatività, si esprimono al meglio le potenzialità, migliora la performance e, di conseguenza, migliorano i risultati. Non solo da un punto di vista aziendale, ma anche personale why not try this out.

Prendiamo, ad esempio, un atleta: possiede tutto il talento necessario, ma non vince, o un manager: ha tutte le competenze utili, ma non ha successo. Entrambi sembrano avere tutto per essere vincenti, ma il loro gioco interiore non riesce a sostenerli verso il successo esterno: hanno tutte le abilità, ma la paura, il dubbio e l’insicurezza non permettono loro di esprimerle, o perlomeno di esprimerle nei momenti cruciali di grande pressione.

Il metodo e gli strumenti dell’Inner Game sono applicabili sia nel mondo sportivo, sia in quello aziendale, poiché, anche se i giochi esterni sono diversi, gli ostacoli interni da superare sono gli stessi.
Per questo nelle mie attività di Sport Coaching e di Business Coaching utilizzo spesso l’Inner Game come strumento di lavoro privilegiato.